Ci eravamo lasciati con l'Italia passata alle Semifinali dopo due epiche partite vinte contro ogni pronostico contro Argentina e Brasile. La Nazionale di Bearzot, tanto bistrattata dai giornalisti e dalla Federazione, è adesso osannata da pubblico e critica. Il pensiero di poter arrivare in finale non è più remoto e in qualcuno il sogno di poter vincere è quasi reale. Il grande Zoff in porta, i goal di Rossi, le prestazioni magiche di Gentile e Bergomi, le giocate di Conte, la tecnica innegabile di Antognoni, Tardelli, Scirea e degli altri Nazionali fanno volare con la fantasia i tifosi italiani.
Ci avviciniamo alla storica finale al Bernabeu davanti al grande Sandro Pertini. Ma andiamo con ordine.

A seguito quindi di queste due epiche partite contro Argentina e Brasile, l’Italia torna a scontrarsi in Semifinale con la Polonia orfana di Boniek, già affrontata a inizio Mondiale 1982.

Stavolta però è l’Italia delle meraviglie che scende in campo, motivata e coesa come non mai, affrontando i polacchi con grinta a caparbietà. L’Italia spinge, attacca, rilancia in un susseguirsi di azioni che lasciano ben poco spazio alla Polonia. Una doppietta del solito Paolo Rossi (primo goal su assist di Antognoni e secondo su cross di Conti) chiude anche questa pratica e lancia la Nazionale di Bearzot verso lo scontro conclusivo con la Germania. Unico neo: l’infortunio ad Antognoni che gli nega la meritata finale.

11 Luglio 1982: Stadio Santiago Bernabeu. Archiviata la pratica Polonia, l’Italia si trova davanti la Germania di un infortunato Rumenigge di fronte ad un emozionatissimo Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, intervenuto per l’occasione, seduto fra il Cancelliere tedesco Helmut Schmidt e il Re di Spagna Juan Carlos. Con la nazionale di casa, la Spagna, fuori dai giochi, l’Italia è adesso nel cuore di tantissimi tifosi neutri, perciò lo Stadio è gremito di bandiere italiane.

Il primo tempo è abbastanza equilibrato e fiacco. Le due nazionali si studiano ma non osano e la Germania marca stretto e pesante le stelle italiane arrivando a stendere Graziani che deve lasciare il posto ad Altobelli. In questo primo tempo la cosa più importante è l’entrata di Conte in area e il suo atterramento da parte di Brighel. Rigore netto.

In mancanza del rigorista ufficiale, Giancarlo Antognoni, infortunato, è Cabrini a posizionarsi sul dischetto e a battere un rigore piuttosto imbarazzante che finisce fuori. Negli spettatori torna alla mente lo spauracchio del “goal sbagliato, goal subito” mentre la nazionale si stringe attorno al bell’Antonio per rincuorarlo dell’errore.

Ma è nel secondo tempo che l’Italia prende finalmente il volo e inizia a travolgere la Germania: Tardelli passa a Gentile che crossa in area. Arrivano sulla palla sia Rossi che Cabrini, ma è il goleador Pablito che insacca di testa.I tedeschi sembrano svegliarsi dal torpore, ma i loro sforzi sono vani: Scirea serve Tardelli in area che con un sinistro al volo segna il 2-0 e si lascia andare a una corsa con urlo liberatorio che rimarrà iconica nell’immaginario collettivo di tutti coloro che lo videro in diretta e che ancora oggi emoziona come allora.

Ma è proprio il sostituto di Graziani, “Spillo” Altobelli, a mettere il sigillo alla vittoria Azzurra con un goal su suggerimento di Conti.
A nulla servirà il goal della bandiera di Breitner.
Triplice fischio sul 3-1, Italia Campione del Mondo, con gli Azzurri premiati dal Re Juan Carlos con un Presidente Pertini felice a fianco e Dino Zoff, il giocatore più anziano vincitore di un Mondiale, che alza al cielo la Coppa.

Non resta che ricordare l'emozione, la gioia e i caroselli interminabili nelle vie italiane con le bandiere col tricolore, il rientro in Italia da eroi degli Azzurri, la partita a scopone sull’aereo con Pertini che gioca con Bearzot, Zoff e Causio. E poi ancora Paolo Rossi che viene eletto capocannoniere del Mundial con sei goal e che abbraccia teneramente la Coppa sull'aereo. O Bruno Conti che viene eletto miglior giocatore del Torneo. Ricordi indelebili: il Sogno è finito ma rimane nel cuore di ognuno di noi come gli eroi di Spagna 1982.

Articolo di Niccolò Ferrarese

La prima parte la trovate QUI.

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