Sport e Salute: un binomio importante e fondamentale non solo per qualsiasi sportivo, professionista o amatoriale,ma anche
per fa dell'Home Fitness uno stile di vita.
E oggi, nella rubrica "Quattro chiacchiere con..." di HF2.Shop, ne parliamo con
Stefano Manneschi, ex giocatore di basket di Serie A (a Siena) e Serie B (a Firenze), professionista nel mondo della fisioterapia ed oggi presidente della Blue Clinic, a Bagno a Ripoli, una Struttura che fa della Fisioterapia e Riabilitazione fisico motoria una filosofia di vita.

 


“La vita è movimento e il Movimento è vita”

Stefano Manneschi

Questo tuo motto sembra quasi simboleggiare la tua vita.
Il mondo dello
sport lo hai infatti visto sotto tutti i punti di vista: prima da giocatore, da allenatore, da dirigente sportivo di pallacanestro e poi da fisioterapista in un'ascesa importante.
Ma come è nata la passione che è diventata poi il tuo lavoro?

In effetti la pallacanestro mi ha accompagnato fino a quasi 40 anni. Sono arrivato a giocare in Serie A a 18 anni a Siena per poi trasferirmi a Firenze al Ponte Rosso a 23 anni a seguito di un infortunio ai legamenti che ha interrotto la mia carriera cestistica da giocatore, ma che mi ha aperto al mondo della fisioterapia. C'era un grande vuoto in questo mondo ed io compresi che dovevo cercare di completarlo con gli studi.
Sono comunque rimasto nel mondo del basket da allenatore e giocatore alla Florence, poi come Dirigente all'Affrico e a San Giovanni Valdarno.
Qui, dove avevo iniziato da ragazzo, sono tornato a fine carriera, riunendo tanti ex amici giocatori di Serie A.

Dal basket al lavoro in Tropos. Come è nata questa esperienza?

È al Ponte Rosso, attuale Pallacanestro Firenze, il Presidente Varrasi mi trovò un posto alla Tropos . Avevo studiato all' ISEF con massofisioterapia come integrazione, ma fu l'esperienza in Tropos, dove aprii il primo centro di riabilitazione, ad aprire la strada alla mia crescita. Da lì iniziò infatti la mia esperienza professionale che portò anche un viaggio di due mesi a New York, mandato dal Professore Aglietti ad imparare nuove tecniche e innovazioni, passando dalla fisioterapia strumentale a quella biomeccanica.

La tua professione sembra quasi vista come una missione.

Ho riabilitato tante persone sul territorio di Firenze e non solo, dai giocatori della Fiorentina, a quelli delle squadre di basket e del nuoto, così come le famiglie importanti di Firenze, giocatori di calcio o Paolo Rossi che curai perché eravamo all'avanguardia nella riabilitazione. Ma per me sono importanti tutti i pazienti, i pensionati, le cerco sempre di ospitare e aiutare in qualsiasi modo. Quando dici della missione non posso che dirti di si: probabilmente anche per la mia storia personale. La perdita di persone care, dei lutti importanti, mi hanno spinto a dedicarmi agli altri ea colmare dei vuoti personali attraverso l'aiuto al prossimo. La sofferenza personale e la comprensione delle problematiche del prossimo.
E questo l'ho trovato nell'aiutare le persone… un privilegio straordinario.

Quando è nata la Blue Clinic?

È nata il 14 Settembre 2006. È proprio nel mio periodo in Tropos che ho conosciuto Niccolò Sborgi reduce da un incidente. Lui aveva questa idea di un grande centro che sviluppasse in maniera moderna il concetto di Fisioterapia e Benessere con lo Sport . La sua visione mi piacque e mi ha portato nella grande avventura di Blue Clinic . Anche se è giustamente lui l'Amministratore Delegato ed io Dirigente e Responsabile dei Fisioterapisti, sento questa struttura come casa mia. Qui ho potuto portare avanti, oltre alla fisioterapia, l'idea del Medical Fitness . Questa è la mia vita: aiutare le persone non è solo un lavoro ma mi dà gioia.

La Blue Clinic di Bagno a Ripoli

Come nasce il Medical Fitness e come lo spiegheresti?

Il Medical Fitness è per me una soddisfazione personale e, appunto, una gioia infinita. Nasce dalle richieste dei pazienti a seguito di riabilitazioni (protesi mi chiede, qualsiasi condizione) che “E ora cosa devo fare?”. Con il mio collega Benedetto Olivieri, con cui divido l'organizzazione della struttura da 16 anni e con cui lavoro da più di 30, abbiamo redatto protocolli per tutti, personalizzati. Perché l'attività fisica continuativa, personalizzata serve a vivere bene.
Con una struttura grande come la nostra è venuto naturale svilppare questi trattamenti per delle patologie stabilizzate, di cui soffre tutta la popolazione italiana e che negli Stati Uniti trattano da 40 anni. Qui in Italia invece esisteva una Terra di Nessuno che divideva la Fisioterapia dalle palestre e nessuno trattava le obesità, le displipidemie, le artrosi, le artriti, le cardiopatie stabilizzate.
Facciamo lavorare i pazienti in un Centro Sanitario Autorizzato gestito da fisioterapisti e laureati in scienze motorie, in collaborazione con Medici Specialisti (Cardiologi, Fisiatri, Geriatri, Medici dello Sport, Ginecologi, Psicologi, Biologi e Nutrizionisti) per studiare un allenamento fisico di tipo medicale “su misura” per ricercare il benessere fisico e psicologico di tutti.

Spesso Fisioterapisti e Laureati in Scienze Motorie sono visti come antagonisti.

Qui da noi no… Le due figure lavorano a un braccetto, a stretto contatto, integrando le proprie conoscenze nel nostro Medical Fitness che è una specializzazione che dà lustro alle loro vite professionali. Infatti ogni anni diamo lavoro a tanti professionisti.

Parliamo di Covid. Come avete affrontato la situazione?

Non abbiamo mai chiuso un giorno. La Struttura è Convenzionata e Accreditata col Sistema Nazionale Sanitario e siamo equiparati a un Ospedale.
Con tutte le dovute attenzioni nessuno dei 50 terapisti è risultato positivo. Facciamo screening globale al nostro staff ogni 15 giorni con tampone e dal 10 di Marzo 2021 siamo tutti vaccinati con la seconda dose.
Anche per questa patologia sappiamo che molte delle persone che muoiono di Covid sono pazienti che purtroppo hanno patologie croniche stabilizzate che non sono state trattate adeguatamente anche con attività fisica. Questo a causa della minor spesa del Sistema Sanitario Nazionale e la mancanza di investimenti pubblici e privati come il nostro Medical Fitness.

Quali sono le patologie sportive più curate?

Interventi al ginocchio, legamenti, spalle, tendinite e tantissime patologie vertebrali. I problemi alla schiena sono uno dei tanti infortuni che vediamo più spesso. Ingenerale tutte le patologie o le problematiche relative a incidenti civili o sportivi.

Quali sono gli infortuni sportivi più difficili da affrontare?

Tutto è risolvibile con l’esperienza, la conoscenza la qualità dei nostri professionisti e delle apparecchiature moderne, unite ai protocolli che utilizziamo, che vanno appunto dalla fisioterapia, all’allenamento in palestra o in piscina. Cerchiamo di riportare tutti alle condizioni pre infortunio.

Quali sono gli errori più comuni fra gli sportivi o nelle società sportive?

Non rispettare la guarigione fisiologica da un infortunio, da un intervento, da una frattura. La voglia di tornare a giocare e, a volte, l’interesse di rimettere in campo il giocatore passa davanti alla reale guarigione dello stesso.
Le tempistiche di recupero sono molto importanti e i trattamenti che facciamo sono, come detto, finalizzati a tornare alle condizioni precedenti all’incidente. Invece vediamo anche troppo spesso re-interventi perché gli atleti sono tornati in campo troppo presto per interesse o sottovalutazione del problema.
Questo vale anche per tendiniti e infiammazioni che rischiano di diventare croniche se non trattate nella giusta maniera.

Un paio di anni fa sei stato insignito di un importante riconoscimento per il tuo percorso umano e professionale.

Si, Sabato 9 Novembre 2019, in una bellissima cerimonia nel salone del Palagio di Parte Guelfa di Firenze, ho ricevuto il Premio “Sport e Salute” dall’Unione Nazionale dei Veterani dello Sport per meriti sportivi sul campo e nella professione. Inizialmente, quando mi hanno telefonato per comunicarmi della Premiazione, ho pensato a uno scherzo. Ma è stato molto bello ricevere questo Premio perché significa che la strada, che sto portando avanti da una vita, è quella giusta. Ed è uno stimolo a non fermarmi e a migliorare ancora. È un premio che mi ha arricchito, così come mi arricchisce ogni giorno aiutare le persone a tornare in forma e a superare i momenti difficili a seguito di infortuni.


Fra i tanti personaggi famosi che hai assistito, come abbiamo già accennato, c’è anche un grande del Calcio, Campione del Mondo di Spagna ’82, recentemente scomparso: Paolo Rossi. Raccontaci qualcosa.

Era l’estate del 1986 quando lavorai su “Pablito”. Aveva già 30 anni e a seguito di un intervento alle ginocchia, dopo la brutta avventura dei mondiali in Messico, aveva bisogno di un percorso di riabilitazione per cercare di riprendere e proseguire la carriera calcistica.
Venne a Firenze perché avevamo un’apparecchiatura isocinetica per il recupero muscolare, allora non così facile da trovare.  Il percorso riabilitativo durò quasi tre mesi in cui rimanemmo a contatto quotidiano: in tutto quel tempo parlammo di tutto, Mundial compreso, e maturò un rapporto di amicizia che è poi proseguito anche successivamente.
Era una persona estremamente piacevole, modesto (nonostante fosse un grande campione) e siamo rimasti in contatto anche grazie al fatto che acquistò casa in Valdarno, zona dove sono nato e cresciuto. Non mi stupisce che, al di là dei meriti agonistici, sia rimasto impresso nel cuore di un’intera generazione. Era una persona veramente piacevole che ha lasciato un vuoto umano e sportivo.

Intervista di Niccolò Ferrarese

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